Le tendenze in atto

Della crisi economico-finanziaria, in particolare nel nostro Paese, ha risentito pure il settore della finanza agevolata, che negli ultimi anni ha subito notevoli variazioni sia dal punto di vista di chi eroga le agevolazioni che da quello di chi dovrebbe riceverle.

Le imprese in questo momento sono strette nella morsa che vede da un lato le banche chiudere i rubinetti, riuscendo ben pochi a raggiungere i rating richiesti dai criteri di Basilea 2, e dall’altro gli enti pubblici quali regioni e ministeri emanare sempre meno bandi che prevedono gli attraenti contributi a fondo perduto, e quando lo fanno i tempi di erogazione sono spesso biblici.

Da questa condizione apparentemente scoraggiante si può fuoriuscire, le opportunità non mancano, sono sempre aperte e senza lo stress di imminenti scadenze, coprono quasi tutti i settori, le offrono società partecipate quali ad esempio CRIAS, IRFIS, IRCAC, SIMEST. Dimentichiamoci dei contributi a fondo perduto, qui vengono offerti finanziamenti a condizioni estremamente vantaggiose, in particolare con tassi spesso al di sotto dell’1%, con possibilità molto alte di buon fine delle richieste e con una tempistica se non certa molto vicina ad esserlo.

Avendo dei punti di riferimento affidabili le imprese, e per loro i consulenti, possono pianificare il proprio lavoro e i relativi investimenti, senza rimanere “congelati” in attesa del fatidico decreto di concessione provvisoria da parte dell’ente pubblico di turno, Regione o Ministero, spesso alle prese con la propria disorganizzazione congenita al di là della buona volontà di alcuni funzionari pubblici.

Il CRIAS per le imprese artigiane, l’IRFIS da un lato per le imprese commerciali e dall’altro per le imprese dei settori industria e servizi, l’IRCAC per le cooperative, la SIMEST per le iniziative di internazionalizzazione, questi ed altri ancora stanno riscuotendo sempre maggiore successo tra le imprese, e quindi tra i rispettivi consulenti, proprio per i succitati motivi.

Tutto ciò nell’attesa che si trovino forme ibride di agevolazioni, atte a soddisfare nel migliore dei modi tutte le parti coinvolte. In tal senso sarebbe auspicabile un format quale quello applicato nell’ultima stagione da Artigiancassa con la L. 949/52, che per investimenti e scorte dava alle imprese artigiane la possibilità di usufruire, per operazioni a ciò finalizzate con la banca di riferimento dell’impresa, di un mix di contributi a fondo perduto e di contributi in conto interessi.

A nostro modesto avviso l’elemento virtuoso di tale agevolazione è la tutela di tutte le parti in causa: la banca di riferimento del cliente, che concede il finanziamento con tutte le garanzie solitamente richieste dal mercato; Artigiancassa, che si trova ad erogare le agevolazioni semplicemente con un controllo di legittimità, essendo stato delegato alla banca quello nel merito; l’azienda, che, una volta erogatole il finanziamento dalla propria banca di riferimento, riceve (dietro presentazione, tra l’altro, della documentazione di spesa cui è stato finalizzato il finanziamento ordinario) una cospicua contribuzione da Artigiancassa di fatto utilizzabile anche semplicemente per alimentare la propria liquidità.

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