La logica assurda delle politiche di finanza agevolata in Sicilia

Palazzo-dei-normanni

Il Teatro dell’assurdo, dove ognuno sembra giocare un proprio ruolo essenziale finalizzato a mettere quanto più i bastoni tra le ruote alle aziende, che in un momento di difficoltà, se non maggiormente aiutate, quantomeno meriterebbero di avere a disposizione un minimo sindacale di strumenti di finanza agevolata propedeutici a mettere in atto i propri investimenti per avvio attività così come per lo sviluppo.

Nonostante a livello ministeriale sia stato messo in atto un interessante strumento per le start up giovanili (under 30), il SelfiEmployement gestito da Invitalia, condicio sine qua non per l’accesso alle agevolazioni è l’ottenimento da parte dei futuribili imprenditori di un attestato di frequenza a uno dei corsi di formazione per l’imprenditoria organizzati dagli enti formativi accreditati che si sono aggiudicati l’appalto indetto dalla Regione Sicilia. Il problema non è il traffico (come diceva uno dei personaggi palermitani del film “Johnny Stecchino”) bensì che a causa della solita burocrazia tali enti di formazione di fatto ad oggi non hanno potuto avviare questi corsi, e quindi nonostante dal 1° marzo lo strumento del SelfiEmployement è aperto in tutta Italia i giovani imprenditori siciliani sono di fatto impossibilitati a presentare domanda.

Ma le disgrazie non vengono mai da sole!

Tutti, o quasi, i consulenti di finanza agevolata e parte delle imprese avevamo preso atto dell’evoluzione del settore e di come dai c.d. “contributi a pioggia” basati su agevolazioni a fondo perduto si era passati a una logica di finanziamenti a tasso agevolato, presumibilmente con l’intento (anche condivisibile) di responsabilizzare le aziende alla luce di dover rispettare un piano di ammortamento.

Ma ciò che è successo con l’ultima Finanziaria Regionale ha dell’incredibile. Tra i vari provvedimenti presi vi è quello che di fatto converte il Fondo Unico gestito da IRFIS da finanziamenti a tasso agevolato (sotto l’1%) a finanziamenti a tasso di mercato, di fatto equiparando l’istituto de quo a una banca come tutte le altre. Suonano come assordanti le parole del Governatore Crocetta di qualche anno fa, quando preconizzava un’IRFIS dentro cui venissero accentrati tutti gli istituti di finanza agevolata (es. CRIAS e IRCAC).

Purtroppo quanto detto sono fatti più che opinioni, e in questa triste realtà noi consulenti e soprattutto le povere imprese ci troviamo a combattere, con i funzionari di detti enti che non possono non sentirsi imbarazzati di fronte a tale rimbecillimento della macchina istituzionale siciliana.

Quello che si spera con il presente articolo è di sollecitare quanto prima un dibattito, anche vivace, tra le associazioni imprenditoriali, l’Ordine dei Commercialisti ed altre autorevoli entità che possano così interfacciarsi con autorevolezza presso le segrete stanze palermitane, così lontane ed amene a uno sviluppo concreto e condiviso del nostro fantastico territorio.

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