Finanza agevolata: istruzioni per l’uso

Il “mercato” delle agevolazioni pubbliche è vastissimo, tra bandi a scadenza ed opportunità sempre in essere, tra contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato, tra contributi in conto interesse e crediti d’imposta.

La finanza agevolata, finalizzata ed utilizzata con le dovute precauzioni, può rappresentare uno straordinario strumento per realizzare gli obiettivi aziendali sia a breve che a medio e lungo termine.

Il ruolo del consulente specializzato in questo settore è nevralgico al fine di canalizzare le idee dell’imprenditore (anche potenziale) verso le agevolazioni che fanno più al caso suo. In tal senso le idee sul da farsi devono esser già chiare, in quanto il consulente non può certo esondare quello che è il suo compito e quindi la sua professionalità, andando quindi erroneamente a consigliare questa o quell’attività, questo o quell’investimento al fine di accedere al più appetibile incentivo.

In quanto tali, gli incentivi sono finalizzati ad incoraggiare le imprese a concretizzare i rispettivi obiettivi in termini principalmente di investimenti, ma talvolta anche di acquisizione di scorte, di ripianamento passività a breve, di assunzioni, ecc.

E’ nella logica delle cose quindi che vada cercata l’agevolazione che fa più al caso dell’esigenza dell’impresa, e non bisognerebbe cadere nella più classica delle bucce di banana: cercare l’esigenza dell’impresa che faccia al caso dell’”appetitosa” agevolazione.

Chiare le idee da parte dell’imprenditore, spetta quindi al consulente cercare le soluzioni più interessanti presenti sul mercato e, una volta eventualmente trovate, valutarne assieme al cliente le possibilità di successo e la loro sostenibilità negli anni. Di quest’ultimo aspetto va tenuto sicuramente conto, ciò in quanto il 99% delle agevolazioni prevedono che l’impresa partecipi con risorse proprie all’iniziativa per la quale ha richiesto il contributo/finanziamento. Se l’impresa non possiede un minimo di merito creditizio al fine di condurre in porto una pratica di finanziamento ordinario, raramente riuscirà ad accedere a tali incentivi (potrà farlo solo in alcuni casi in cui essi sono dedicati alle start up, vedi Invitalia).

Solo a questo punto, con quindi le dovute credenziali, ci si può imbarcare con sufficienti garanzie di buon fine in quest’avventura, dove spetterà al consulente dimostrare (con la documentazione di rito, compreso un completo ed esauriente business plan) la bontà dell’iniziativa la cui prefattibilità ha preventivamente valutato.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.