Commercianti lasciati (quasi) soli a sè stessi

Nonostante le previsioni fossero improntate ad un cauto ottimismo, la realtà dei fatti dice che il settore commercio (soprattutto quello al dettaglio) non riesce a risollevarsi dalla crisi di questi ultimi anni.

I dati Istat sulle vendite al dettaglio, secondo il Codacons, ”sembrano smentire l’ottimismo del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha parlato di recessione terminata”. I numeri ”fotografano un paese ancora in panne che fa sempre più fatica ad uscire dal pantano, e dove il commercio soffre ancora una crisi pesantissima che non sembra destinata ad attenuarsi nel corso del 2015”, afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.

I dati Istat sulle vendite ”confermano la situazione di stagnazione economica in cui il nostro Paese si trova impantanato da ormai troppo tempo”, secondo Federconsumatori e Adusbef. L’Onf (Osservatorio nazionale Federconsumatori) ha registrato un crollo dei consumi del -10,7% dal 2012 al 2014, rilevando in particolare una grave contrazione in due settori vitali come salute e alimentazione. ”La flessione della domanda interna grava sul’intero sistema economico ed è chiaro che gli interventi per arginarla, in primis l’avvio di un piano straordinario per il lavoro, non possono essere ulteriormente rinviati”, dichiarano i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

In tema di interventi, in particolare quelli statali e regionali atti ad incentivare gli investimenti delle PMI commerciali in questo periodo di vacche magre, la situazione risulta davvero preoccupante.

Nella fattispecie:

– dal 1° luglio 2015 il Fondo Regionale per il Commercio ha chiuso i suoi rubinetti a causa della scadenza della delega affidata all’IRFIS per l’istruttoria delle pratiche per le agevolazioni ex artt. 60 e 63 della L. R. 32/2000 (investimenti, scorte, ripianamento, anticipazione crediti commerciali). Probabilmente bisognerà attendere diversi mesi prima che la situazione si sblocchi;

– i fondi europei, gestiti dalla Regione Sicilia, sono ancora in fase embrionale per la programmazione 2014/2020, e l’ultimo bando (peraltro per piccolissimi investimenti e con una procedura tutt’altro che meritocratica, come quella a sportello) risale al 2010;

– per le start up che volessero aprire l’attività sotto forma di società sono da sempre negate le possibilità di attingere alle agevolazioni ex D. Lgs. 158/2000, il c.d. Autoimpiego, gestito da Invitalia (ex Sviluppo Italia).

In questo panorama alquanto deprimente le imprese del settore commercio non hanno che da rivolgersi alle banche, con tutti i punti interrogativi del caso legati in particolare ai tassi di interesse, e poco altro.

Tra il “poco altro” vi segnaliamo i finanziamenti Jeremie gestiti da Confeserfidi, ideali per richieste di finanziamento intorno ai 25.000€ legate a piani di sviluppo aziendali per imprese con almeno due bilanci chiusi, ed anche per mero ripristino di liquidità per le altre imprese (start up). Elemento di assoluto interesse in questi casi sono appunto i tassi di interesse (T.A.N. 0%, T.A.E.G. 3,86%) e le brevi tempistiche (da 30 a 45 giorni).

Per maggiori informazioni potete direttamente contattarci su info@infofinanzagevolata.it

 

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